Domenica, 18 Marzo 2018 19:49

21 MARZO, GIORNATA NAZIONALE DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE.

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PERCHE’ E’ IMPORTANTE PARTECIPARE.

Il giorno del primo anniversario della strage di Capaci in cui morirono il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro era presente alla commemorazione, insieme a magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti, Don Luigi Ciotti. All’improvviso gli si avvicina una donna vestita di nero, è la madre di Antonino Montinaro, che domanda a Don Ciotti: << Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri>>. Da questo episodio nasce la manifestazione “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” che, promossa da Libera e Avviso Pubblico, si svolge, a partire dal 1996, ogni anno in una città diversa scelta come emblema della lotta alle mafie, il 21 marzo, primo giorno di primavera, simbolo del risveglio e della rinascita delle coscienze di tutti i cittadini, del rinnovato impegno che ognuno è tenuto a mantenere vivo contro la criminalità organizzata, della necessità di vigilare sulle libertà personali e civili che il popolo italiano ha ottenuto con un enorme sacrificio di sangue e che sono allo stesso tempo il risultato e la garanzia maggiore di una democrazia.

Quest’anno il tema della XXIII edizione della manifestazione che si terrà simultaneamente in migliaia di città italiane, europee e dell’America Latina è “Terra, solchi di verità e giustizia” a sottolineare quanto importante sia la risposta che i singoli territori con le loro popolazioni devono pazientemente costruire, ogni giorno, con l’aiuto di tutte le istituzioni, per sconfiggere un fenomeno, quello mafioso, che con modalità e tipologie diverse distrugge il tessuto economico, sociale, culturale di ogni parte del nostro paese e la dignità delle persone.

Memoria e impegno sono già due ragioni per non restare indifferenti e partecipare alla manifestazione del 21 marzo.

Bisogna ricordare, perché venga onorata e resti viva la testimonianza del  coraggio e dell’esempio delle oltre mille vittime della mafia, motivo per cui la giornata del 21 marzo è stata istituzionalizzata con una legge approvata all’unanimità dalle camere il primo marzo dello scorso anno, ma bisogna anche impegnarsi, per dare risonanza alle indagini e alle inchieste dei corpi di polizia e della magistratura, alle denunce  e agli atti di resistenza dei cittadini; per dire con chiarezza a molti amministratori locali che preferiscono ignorare la deriva mafiosa delle città che amministrano, che la presa di coscienza di un fenomeno criminale come quello mafioso che con la sua capacità di infiltrarsi nell’ambito politico e nelle maglie di una economia provata da una crisi quasi ventennale, è l’unico modo per sconfiggere gli abusi, le violenze, la corruzione che impediscono lo sviluppo dell’Italia.

Dunque, memoria e impegno che devono produrre partecipazione ed hanno bisogno della partecipazione.

Come ha affermato il Presidente della Repubblica Mattarellanessuno può dire non mi interessa o può chiamarsene fuori. La lotta alla mafia è doverosa, è una esigenza morale e civile, una necessità per tutti”.

Grazie a Libera  il 21 marzo è la data in cui tutta l'Italia può riconoscersi nell’impegno comune contro l'illegalità, riaffermare il valore della giustizia che è la condizione fondamentale per la democrazia ed uno dei valori più alti del dettato costituzionale. La giornata del 21 marzo è l’occasione per ogni cittadino di trovare insieme agli altri, nello sguardo degli altri, la consapevolezza di essere un “presidio di legalità e di libertà”.

Ha affermato Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera: “per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze”.

La comunità della nazione, della città, del lavoro, ma anche la comunità della scuola. La legge che ha istituito la  “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” si rivolge alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado affinché promuovano delle iniziative per far conoscere ai giovani studenti il “valore storico, istituzionale e sociale della lotta alle mafie”; l’importanza e la necessità di mantenere viva la memoria delle vittime delle mafie. Le regole della convivenza civile, della giustizia, dell’osservanza delle leggi, dell’onestà, del rispetto della vita propria ed altrui, della dignità personale che in ogni momento della nostra vita possiamo rischiare di perdere se siamo privi di valori ed ideali non sono tesori che si trovano per caso. Esse hanno bisogno, per poter vivere, di essere custodite, nutrite, tramandate con le parole e l’esempio di generazione in generazione. Esse hanno bisogno delle aule scolastiche per sedimentare giorno dopo giorno, in modo solido, nelle coscienze di chi nelle aule scolastiche trascorrerà inevitabilmente l’età migliore della propria vita.

In una sua famosa canzone, “La libertà”,  Giorgio Gaber dice: “La libertà non è star sopra un albero, non è neanche un gesto, un’invenzione; la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione. La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone; la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.

Una scuola che partecipa non compie solo un dovere istituzionale. Una scuola che partecipa compie fino in fondo il suo dovere di formare uomini e cittadini liberi nel segno dei diritti, dei doveri e dei valori più alti della nostra costituzione.

Letto 5615 volte Ultima modifica Domenica, 18 Marzo 2018 20:04
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