In questo "triste buio" per la salute e per la nostra economia serve oggi, più di ieri, essere uniti e partecipi per sconfiggere il coronavirus e per garantire a tutti un reddito da lavoro, insieme ad un adeguato reddito di sostegno per chi non è in grado di lavorare.
E' il momento di partecipare ed essere protagonisti di piccole e grandi soluzioni, per se e per gli altri, per il bene-essere di tutti. Bisogna non sentirsi in pace, con se stessi, col "sono tutti ladri", "tutti sono incapaci" e seguire urlatori, senza soluzioni, restando seduti ad aspettare il futuro che inizia tra un minuto.
E' urgente, per affrontare l'emergenza occupazione:
- dare vita in ogni Comune a un Comitato Territoriale dell'Economia e del lavoro (CTEL) con rappresentanti delle Istituzioni (Comune, Ordine Pubblico, Ministero del Lavoro, MIUR-Suola...); con rappresentanti delle Associazioni di Imprenditori, di Lavoratori autonomi e dipendenti; col coinvolgimento di Associazioni Culturali e di Volontariato;
- dare maggior valore in tutte le Regioni ai Consigli Regionali dell'Economia e del Lavoro (CREL), per fare emergere il nuovo lavoro (che c'è ! ) e trasformarlo in nuovi posti di lavoro con un maggior contributo dei Comuni e di quanti operano a livello territoriale e nazionale.
Il CNEL potrebbe "rivivere", coordinando e facendo sintesi del lavoro dei CREL regionali.
"BUON ARTICOLO QUATTRO" VERSO IL LAVORO REGOLARE PER TUTTI”!
Si parli di lavoro regolare e soluzioni in famiglia, nel condominio, nel quartiere, nei comuni, nei centri culturali, nelle scuole, nei locali frequentati dai giovani, nelle associazioni dei produttori, dei commercianti, dei professionisti e dei lavoratori dipendenti e autonomi.
Si parli di lavoro regolare e soluzioni ogni giorno nei Consigli comunali, nei Consigli regionali e nel Parlamento.
La RAI e le TV locali dedichino almeno un'ora al giorno al lavoro. Siano evidenziati: i dati nazionali e locali dell'occupazione; le risorse materiali e immateriali locali; i casi drammatici di urgente soluzione; gli strumenti, le leggi e le iniziative utili a risultati concreti e duraturi, con la partecipazione di tutti. Si dia ad ognuno la certezza che, anche in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, nessuno è solo. Ogni datore di lavoro, lavoratore autonomo, lavoratore dipendente e loro associazioni vedano nel Comitato Territoriale per l'Economia e il Lavoro il primo strumento di sostegno e garanzia. Si inizi ogni incontro pubblico e privato col "BUON ARTICOLO QUATTRO"
affinché il lavoro regolare sia un vero valore universale e una ricchezza disponibile per tutti; perché sia elemento di coesione sociale e strumento di lotta alla emarginazione di persone e territori.
Si operi per la sua realizzazione e si dica "BUON ARTICOLO QUATTRO" per il bene dei lavoratori e delle loro famiglie. "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società." Questo dice l'art.4 della Costituzione. Ogni anno, il primo maggio ci facciamo gli auguri e poi in tutti gli altri giorni, troppo spesso, ognuno pensa a se stesso e solo distrattamente agli altri. Aumentano i cittadini senza lavoro o nella precarietà, molti sono giovani, che non possono festeggiare mai. Anche quando si ha il lavoro sicuro, i giorni sono poco lieti per la disoccupazione dei figli, dei parenti e degli amici. A questo punto è necessario che ognuno si convinca che "FINCHE' C'E' UN BISOGNO INSODDISFATTO C'E' LAVORO DA TRASFORMARE IN NUOVI POSTI DI LAVORO".
Va difesa e consolidata l’occupazione tradizionale anche se, purtroppo, non basta più per tutti: se il lavoro fatto ieri da 100 lavoratori oggi è fatto da 20 con le "macchine" (moderne tecnologie), bisogna prendere atto di questo cambiamento epocale e inventarsi il nuovo.
Garantendo, nel frattempo, un minimo reddito "da nuovo lavoro", anche con orario ridotto, a tutti per evitare la fame e per aumentare, anche con i loro consumi, nuova occupazione.
Questo è possibile utilizzando le tasse di tutti (non evase) insieme alla ricchezza che producono le "macchine moderne", i grossi centri commerciali e le vendite a distanza: tutto rigidamente da controllare per evitare evasioni e trasferimenti di attività italiane in Paradisi fiscali.
C'è una enorme mole di nuovo lavoro da trasformare in posti di lavoro, anche con orario ridotto, a partire da sotto casa, con l'istruzione, la formazione e la ricerca. Con la partecipazione e la voglia di Fare.
Ognuno si alzi in piedi, aiuti chi ha difficoltà a farlo, e si metta in cammino operando sotto casa in collaborazione col resto del mondo, per sé e per gli altri, verso una nuova "Comunità Sociale" con la difesa e il miglioramento del "vecchio" Stato Sociale.
La partecipazione dei giovani, coi loro genitori e nonni e il loro protagonismo siano frutto della certezza che nei progetti di sviluppo (di Comuni-Regioni-Stato) ognuno di loro, impegnandosi, possa trovare lo spazio in cui costruire la soluzione ai suoi bisogni di lavoro, di casa, di servizi sociali e sanitari, di istruzione, dello star bene e in sicurezza in un ambiente sano.
Bisogna che il lavoro sia posto "al centro del centro" dell'interesse di tutti. E allora usiamo un nuovo saluto: "BUON ARTICOLO QUATTRO.
Sia usato ogni giorno per: buon giorno; buona sera; arrivederci.
Sia il saluto che tutti rivolgono a tutti per lavorare insieme per la salute di tutti.
Convinti che: "la salute é uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattia o infermità (OMS). Buon articolo quattro.