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Lunedì, 30 Maggio 2022 06:36

MANGIARE BUONO, PULITO E GIUSTO PER VALORIZZARE IL NOSTRO TERRITORIO

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L'IMPORTANZA DEL MOVIMENTO SLOW FOOD di SARA BENEDETTI

La Slow Food è un’associazione internazionale nata in Piemonte nel 1986 con l’obiettivo di ridare valore al cibo.
Il suo motto è “buono, pulito e giusto” e il suo fondatore, Carlo Petrini, ha voluto contrapporsi all’idea del fast food; ad oggi la Slow Food vanta 150 paesi membri in tutto il mondo.
COSA SI INTENDE PER CIBO “BUONO, PULITO E GIUSTO”?
Secondo gli standard dell’associazione, un cibo è considerabile:
- GIUSTO purché non derivi dallo sfruttamento della manodopera;
- PULITO cioè ottenuto nel pieno rispetto della natura e senza l’utilizzo di prodotti chimici;
- BUONO cioè sano.
Per conoscere più da vicino il mondo Slow Food, ho avuto la possibilità di intervistare il professore Danilo Mastracco, da molti anni membro della società.
La sua passione per il buon cibo nasce sin da bambino, perché cresciuto nella cucina del ristorante di famiglia; a 30 anni conosce l’associazione Slow Food , inizialmente chiamata ARCIGOLA, che all’epoca si occupava solo di vini.
Originariamente a Terracina, una delle maggiori fonti di profitto era proprio la produzione di vino: ogni famiglia aveva infatti il proprio vigneto.
Nell’86 però, avverrà qualcosa che cambierà radicalmente questa usanza: lo scandalo del metanolo, una truffa mediante l’alterazione illecita del vino con questa sostanza, detta anche “alcol di legno”. Questo portò alla morte di molte persone e di conseguenza ci fu un calo generale nel commercio dei vini.
Da questo momento l’Arcigola si evolve prendendo in considerazione non solo il vino ma anche il cibo.
È necessario sapere che proprio nel nostro territorio, veniva prodotto uno dei vini più richiesti in Italia ed Europa: il Moscato di Terracina.
Nel periodo del dopoguerra, ci furono vari episodi che portarono al progressivo abbandono di questo prodotto; come conseguenza, i proprietari dei vigneti decisero di darli in vendita agli speculatori.
Per riportare in uso questa tradizione, il professore ha pensato di restituire a questo prodotto un valore economico; ed è qui ch entra in gioco un progetto geniale realizzato con una delle sue classi.
Il progetto consiste nella produzione di un Moscato di Terracina curato interamente dai ragazzi. Si sono operati per trovare uno slogan e un logo che potesse rappresentare al meglio le loro idee e sono decisamente riusciti nel loro intento.
IL 20 maggio hanno partecipato ad una competizione durante la quale hanno avuto la possibilità di presentare il loro prodotto; questo è solo uno dei numerosi progetti del prof. Mastracco per salvaguardare e preservare le risorse del territorio.
In un mondo globalizzato nel quale si abbandona la tradizione per cercare l’evoluzione, è fondamentale guardare indietro nella nostra storia per trovare dei punti di forza dai quali partire per proseguire in un crescendo progressivo.

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