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Martedì, 24 Marzo 2020 11:10

IO, STUDENTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS. A UN METRO DA TE

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IL CONTRIBUTO DI DARIO PALLOCCHINI DELLA CLASSE 1^ D AFM

Ed eccoci qua, in questo  marzo un po’ diverso dal normale. Siamo tutti chiusi in casa senza poter incontrare amici e familiari lontani a causa di questo maledetto virus. Essere adolescente ai tempi del Coronavirus non è facile, la voglia di uscire con gli amici e di fare sport è tanta, ma purtroppo ci ritroviamo costretti alla “quarantena” per proteggere noi e per proteggere gli altri: i nonni, gli zii, i genitori. Quando tutto è iniziato e il virus era ancora circoscritto in Cina ho per un attimo sperato che fosse un problema lontano e che non ci avrebbe mai interessato. Purtroppo così non è stato e l’Italia da un momento all’altro si è ritrovata a combattere contro un virus nuovo che sta mettendo in seria difficoltà il  sistema sanitario nazionale. I nostri obblighi sono sempre gli stessi: rimanere a casa, uscire solo per necessità, evitare contatti con le altre persone. È proprio questa la parte difficile; tutti noi siamo abituati ad essere continuamente in contatto con gli altri, che siano amici o familiari, ad uscire il sabato sera ed ora, invece, siamo costretti a mantenere almeno un metro di distanza, per proteggerci e per proteggere. Mi ricorda tanto il film “A un metro da te” dove due ragazzi, purtroppo entrambi malati, si trovavano a vivere prima un’amicizia e poi un amore sempre e rigorosamente a distanza di un metro. Se ce l’hanno fatta loro possiamo farcela anche noi, dobbiamo farcela anche noi per sperare il prima possibile di tornare alla normalità. In casa la noia è molta e oltre a maratone di serie tv e giornate passate davanti alla play c’è qualcosa di nuovo: la didattica a distanza: lezioni a casa e forse in questa situazione la scuola ci manca davvero tanto. Sì perché anche la scuola contribuiva a darci quella sensazione di normalità, sempre criticata e odiata da noi studenti, ma che ora rimpiangiamo molto. Videochiamate con i prof, compiti da svolgere online e audio lezioni sono parte integrante di queste insolite giornate. Noi ragazzi, sempre troppo presi dai social, abbiamo però la possibilità di conoscere quella “coppia” con cui viviamo da molto tempo e con cui non sempre trascorriamo dei momenti. Esatto, i genitori, che in questo momento difficile per tutti sono la nostra più grande risorsa. La giornata passa così, ma la parte più importante è la sera: una nazione incollata al televisore, c’è il presidente del consiglio che annuncia nuove restrizioni ancora più dure per contrastare il virus. Il tg non è mai stato così seguito, milioni di cittadini che sperano, che venga annunciato: “ L’Italia è finalmente fuori da questo tunnel buio, la luce è tornata”. Purtroppo non è così e quindi dobbiamo continuare a fare il nostro dovere rimanendo in casa. Sto cercando di rispettare queste regole e soprattutto di farle rispettare. Ogni giorno telefono ai nonni non solo per dire loro  che mi mancano da morire, ma soprattutto di stare a casa, di non uscire. È per loro che rispetto le regole e che voglio che tutti lo facciano, per rivederli il prima possibile e per stringerli in un abbraccio infinito. La cosa che mi dà più fastidio è vedere gente che gira tranquillamente per le città, portando a spasso il cane 10 volte al giorno, andando a correre come fossero dei maratoneti. Durante l’anno tutti si lamentano di quanto sia faticoso e stressante andare a correre, beh ora tutto d’un tratto è riapparsa la voglia di fare footing? Se persino gli sportivi professionisti si allenano stando a casa possiamo sicuramente farlo anche noi. Purtroppo non è l’andare a correre o fare allenamento al parchetto dietro casa il vero problema, perché stando da soli non si corre alcun rischio, ma se ognuno iniziasse a farlo pensando che “ ma sì, sto da solo non  mi succede niente”, si vengono a creare degli assembramenti ed è quella la situazione ideale per il virus.

Questa brutta esperienza ci deve essere di insegnamento, ci deve far capire quanto sia importante la salute, la vita di chiunque, il rispetto per il prossimo, per gli anziani, per tutti. Vedere in televisione decine di mezzi dell’esercito che escono da Bergamo pieni di cadaveri è raccapricciante. Ti fa capire che i soldi, il potere, le proprietà sono niente in confronto alla salute: il virus non fa sconti se sei ricco o  povero. Questa, purtroppo, è la realtà e noi dobbiamo sicuramente accettarla, ma dobbiamo impegnarci affinché possa cambiare, affinché da subito la situazione migliori. Nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa di grande: donare agli ospedali e aiutare chiunque ne abbia bisogno. Così quando tutto questo finirà,  potremo dire di aver contribuito anche noi. Secondo me un ottimo modo per non pensare a cosa accade ed essere più sereni è stare in famiglia, fare qualcosa tutti insieme: cantare, suonare, ballare vedere un film. Questo ci aiuta a non pensare e vivere questo momento più sereni.  Sicuramente stiamo sentendo la mancanza degli amici e dei nostri cari, ma dobbiamo tenere duro e continuare a stare in casa, facciamolo per chi non ce l’ha fatta e per chi, in questo momento, sta lottando per sopravvivere. Così quando tutto questo finirà sarà ancora più bello riversarsi nelle strade e gridare al mondo la nostra gioia. 

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