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Domenica, 18 Settembre 2022 07:02

LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL PROG

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ALLA SCOPERTA DI UN GENERE MAI MORTO: IL ROCK PROGRESSIVO di Mr. Prog

Esiste un mondo musicale variegato, in una terra di colore grigio e rosa, governato da un Re Cremisi alla cui corte si parla con il vento. Questa terra è popolata di giganti gentili e ci sono fluidi rosa che aleggiano nell’aere pronti ad inebriare chi ha desiderio di visitare la parte oscura della luna.

Raccontare (o cercare di farlo) la nascita del progressive rock oggi può sembrare un tentativo maldestro di far rivivere un Moloch, un monolite che non può trovare terreno fertile in una società che fa del suono digitale e della “liquidità” musicale il suo credo fondamentale. Eppure c’è stato un arco temporale racchiudibile in una decade (dal 1967 al 1976) in cui la musica rock ha vissuto uno dei periodi più prolifici dal punto di vista della innovazione e della creatività da parte degli addetti ai lavori. Periodo dove gli altri generi musicali venivano quasi considerati “minori” rispetto alla grandiosità con cui si manifestava il rock progressive. Ma proprio questa incessante ricerca, questa necessaria esigenza di dover continuamente sperimentare per esplorare modalità musicali nuove, ha finito per essere esso stesso motivo di autodistruzione del prog che è caduto sotto i colpi martellanti del punk asceso alla ribalta tipicamente come movimento di protesta di tutto ciò che veniva considerato politically correct in quel periodo, fino a scomparire quasi del tutto.

Come afferma il giornalista musicale inglese, Mike Barnes: “il progressive era caratterizzato da musicisti che davano libero sfogo alla loro immaginazione, creando così una musica diversa da ogni musica precedente, in perfetta sintonia con un pubblico che voleva – richiedeva – qualcosa di nuovo”.

Quando si parla di blues o di soul, di funk o rave music, di Brit popo di folk, o ancora di jazz o di fusion,si riesce ad evocare abbastanza facilmente una distinta immagine sonora da associare a ciascuno di questi generi. E’ facile comprendere abbastanza facilmente la categorizzazione di un brano all’interno di uno di questi filoni musicali.

Il prog, invece, non è facile da categorizzare in modo preciso. Questo perché si è mostrato come genere musicale estremamente eterogeneo nella sua evoluzione. Ed è per questo che occorre trovare un filo logico, un punto di partenza, per raccontare cosa abbia significato nel panorama musicale di quegli anni.

Sgombriamo però subito il campo da un equivoco di base: cioè che il rock progressive sia stato un filone di nicchia, riservato soltanto agli amanti di questo stile. Ad una categoria ben precisa di consumatori musicali. Non è stato assolutamente così e non è tutt’oggi così.

Anch’esso si è rivelato, soprattutto per alcune band, elemento di grande successo commerciale, regalando molti album nelle prime posizioni delle classifiche europee ed americane. Successo favorito dai vari programmi di intrattenimento di quel periodo (come ad esempio Top of the pop che veniva trasmesso dalla BBC) che prospettavano continuamente nuovi gruppi e proposte musicali sempre più eclettiche e dalle riviste settimanali o mensili del settore che si contendevano il mercato della critica innalzando o affossando gli album che venivano prodotti dalle varie etichette sorte proprio per accaparrarsi una fetta dei “consumatori” di vinile dell’epoca. Ma gran parte del successo del progressive era dovuto ad un pubblico attratto dall’acquisto di dischi da ascoltare che, grazie all’evoluzione tecnica del materiale utilizzato, aveva portato il vinile ad avere un contenuto più ampio.

Con l’avvento del 33 giri (il famoso Long Playingo 12 inches ) la cui nascita risale al giugno del 1948 (quindi molto vicino agli anni ’60 del secolo scorso) che permetteva di avere due facciate di circa venti minuti ciascuna di incisione, veniva superato lo scoglio del 45 giri (due facciate da 3-5 minuti) che era limitativo in termini di offerta. Trascorsi gli anni ’50 che in Europa, soprattutto, sono anni di ricostruzione delle macerie prodotte dalla Seconda Guerra mondiale, a partire dal 22 marzo del 1963, giorno in cui esce Please Please me                                                                                                                          (pubblicato dalla Parlophone etichetta appartenente alla EMI), il primo LP dei Beatles, la musica ribadisce ancor più marcatamente il suo ruolo sociale e diventa, soprattutto tra i giovani, elemento di grande crescita culturale che si accompagna a discipline più tradizionali (letteratura, filosofia, arte, ecc.).

In pochi anni, ma con un tracciato assolutamente vorticoso, si assiste ad una evoluzione artistica e tecnica eccezionale che porta alla nascita di più filoni tra cui, appunto, il progressive. I Beatles avevano dato una sferzata straordinaria al panorama musicale di quel periodo, una “nuova ragione di esistenza” di tutto il comparto, quello della musica, che, finalmente, era libera di modificarsi, trasformarsi, “progredire” in ogni direzione possibile fornendo all’ascoltatore, negli anni a venire, un “percorso” sempre più articolato e multiforme da esplorare incessantemente.

Ci vogliono solo poco più di quattro anni dalla data di pubblicazione di Please Please me affinchè il primo germoglio del prog, anche se in una forma primitiva, con un testo apparentemente psichedelico (ancora oggi oggetto di discussione sul reale significato) e con una musicalità assolutamente pop o, per chi preferisce, soft rock, venga pensata e scritta ottenendo, oltretutto, un successo planetario oggetto di cover da parte di numerosi grandi artisti.

Il brano è A whiter shade of pale dei Procol Harum, portata al successo anche in Italia dai Dik Dik con il titolo Senza luce. Si tratta di un brano il cui riff, elaborato in chiave soft rock, rimanda al brano di musica classica Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach. Il brano, viene pubblicato a maggio 1967 e non rappresenterà un tentativo isolato di fondere il rock con la musica classica. Anzi.

Ci saranno molti altri gruppi dell’epoca che proveranno a sperimentare questa sorta di fusion con alterni risultati. Questa sperimentazione rappresenterà una delle caratteristiche fondamentali del movimento prog che ha attinto a mani basse dalla cultura (letteratura, poesia, musica, etc.) delle varie epoche precedenti per dar vita a composizioni musicali in cui l’estro dei musicisti e dei parolieri verrà esaltato da performance di alto livello di esecuzione. (continua)

*1 Storia del Progressive Rock – Origini e leggende della musica inglese degli anni settanta.

Letto 291 volte Ultima modifica Domenica, 18 Settembre 2022 07:21
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